“Psico-pacco" al Centro Storico di Napoli: la solidarietà proiettata al post-Covid 19
Il distanziamento sociale, le restrizioni per i commercianti e la bassa produttività delle imprese hanno sicuramente acuito la gravità di realtà già precarie, ai limiti della povertà e nascoste in un tessuto sociale molto complesso. Allo stesso modo, se da un lato le attività didattiche e lavorative a distanza hanno in qualche modo garantito una sorta di continuità con il quotidiano, esse hanno anche amplificato le difficoltà di inclusione delle persone affette da patologie o diversamente abili. Per esse, infatti, non è stato così intuitivo adattarsi all’innovazione tecnologica, realtà molto distante dall’immenso valore di un abbraccio e dalla rassicurazione di un luogo familiare, in cui ritrovare quotidianamente del calore umano.
Chi già si sentiva diverso, escluso, ai margini della società ha rischiato di diventare addirittura invisibile durante la pandemia. E’ proprio per scongiurare questo pericolo che all’ASL Napoli 1 Centro si è pensato di far uscire dall’ombra i pazienti psichiatrici. Persone che, per la loro convivenza con il dolore mentale, si sono sempre sentite diverse dagli altri.
Il dolore mentale è un nemico molto duro. Può diventare un’ossessione su cui ci si ripiega, senza riuscire ad elaborare una soluzione. Oppure può diventare una realtà da cui fuggire per anestetizzarsi. E’ un male oscuro che tiene prigionieri, causa angoscia e ansia. Una barriera che impedisce di comunicare. “Ma il quadro è mutato: i nostri pazienti si sentono uniti ai loro concittadini angosciati dal virus, come loro afflitti da un’ansia pervasiva e a volte incoercibile”; così gli ideatori dell’iniziativa del Psico-pacco.
Sentirsi simili agli altri nell’affrontare un nemico invisibile, nel percepirsi destabilizzati dall’ansia e dall’angoscia del contagio, è ciò che ha spinto i pazienti psichiatrici dell’ASL Napoli 1 Centro ad aprirsi alla novità della preparazione e della consegna di generi alimentari a sconosciuti. Un’iniziativa che ha permesso sia di aiutare concretamente molte persone in difficoltà economiche durante l’emergenza, ma ha anche donato ai pazienti psichiatrici la possibilità di superare la paura di essere rifiutati dalla società.
La speranza espressa dai sanitari dell’Unità Operativa 24/73/31, ossia quella di poter “affrontare le intollerabili iniquità che affliggono i pazienti psichiatrici, soprattutto degli utenti che hanno problemi a mantenere la loro dignità personale e sociale, quando l’emergenza sarà finita” è ciò che ci auguriamo per il futuro. Senza dimenticare quanto è stato bello vedere i sorrisi dietro ogni Psico-pacco arrivato a destinazione, ma soprattutto senza ritornare ai pregiudizi e alle disuguaglianze nei confronti di chi è meno fortunato, a cui eravamo assuefatti prima della pandemia.
Maria Consiglia Trotta
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